Resoconto manifestazione 30 ottobre – L’Aquila

 

 

 

Dalla Fontana luminosa a Piazza della
prefettura, 5mila persone hanno sfilato per le vie del centro. Ed è
uscito fuori un bella manifestazione

 
Eravamo tanti. Si dice circa 5mila persone. Ma sopratutto eravamo determinati.

Sono le 9 e 30. Piove ed il corteo di precari e studenti organizzato a
L’Aquila dalla Cigl per chiedere il ritiro del decreto Gelmini parte
dalla Fontana luminosa. Percorrerà viale duca degli abruzzi, Via
Roma,piazza palazzo per arrivare in piazza della prefettura.


In coda lo spezzone dello Spazio libero 51: "il sapere non si compra il
lavoro non è merce" c’è scritto sullo striscione. In prima fila ci
vanno le ragazze delle superiori (vere riot girlz). Studenti medi,
universitari, precari, ricercatori, professori e altre individualità
compongono il resto dello spezzone.


I toni sono decisi. Qui i fascisti restano nelle fogne, come
ripetutamente scandito in coro e non hanno nessuna agibilità politica.
Se apparissero, mi viene in mento ad un certo momento, le ragazze in
prima fila sono così incazzate che li farebbero scappare a morsi.


E’ chiaro, almeno tra di noi, che questo è un corteo in cui dire no ai
tagli all’istruzione va di pari passo col dire no al razzismo e no al
fascismo.


Sappiamo che è nelle strade che ci strappiamo la libertà e i diritti, ed è li che siamo ora.


“ NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO”.


Continuano a precarizzare la vita e privatizzare ancora di più
l’istruzione ma non ci rappresentano. E infatti un altro bel coro viene
scandito. "contro i tagli all’istruzione noi vogliamo
autorganizzazione".


Molti altri cori si susseguono: "Se non cambierà bloccheremo le città"
, il più diretto intonato a squarciagola dagli studenti medi: "ci tagli
la scuola, ci togli il futuro Gelmini Gelmini Vaffanculo" o la
specificità locale: “Gelmini vatte a reponne”


Dopo viale duca degli Abruzzi, arrivati “dentro” Via Roma, saranno i
muri, la strada che è stretta, la pioggia che batte, ma c’è un energia
da far venire la pelle d’oca.


Tra compagni ci guardiamo: sappiamo che uno spezzone così cazzuto da
queste parte non si vedeva da tempo e non ce lo aspettavamo neanche per
oggi. Va oltre le previsioni.


Neanche il tempo di pensarci troppo però perché c’è qualcuno che inizia
a intonare un altro canto, e non puoi non gridarlo: "chiediamo diritti
ci danno polizia questa è la loro democrazia”. A L’Aquila, dove per chi
c’è vissuto, vivere è stato sempre sopportare il controllo poliziesco e
quello comunitario/ provinciale, gridarlo fa particolarmente bene. Fa
bene per un macello di motivi. Non ultimo per quello che è successo a
Roma il giorno prima; per le esternazioni di Cossiga e per sentirsi
addosso il Potere che già orchestra oscure manovre, servendosi di
quelle merde dei suoi picchiatori.


Ma noi, si dice, siamo l’onda. E se a L’aquila ci sono 5mila persone a
manifestare sotto la pioggia, ti viene in mente che sta volta magari la
marea monta e deve montare ancora. Chissà fino a quanto, chissà fino a
quando. Portandosi con se con la sua forza quello che incontra. Come
questi studenti che vedo che si stanno vivendo la città e l’Università
in modo intenso. Non succedeva da tempo ed è un bene per tutti.


Camminando qualcuno distribuisce i volantini fatti la sera prima. (leggilo qui http://spaziolibero51.noblogs.org/) Tutti sembrano molto interessati.


Dopo aver percorso il corso arriviamo bagnati a Piazza della
prefettura. Dopo qualche intervento al microfono in cui si rinnovano
gli appuntamenti della protesta il sound dell’Unione degli Universitari
fa ballare molti giovini studenti.


Ed esce anche un po’ di sole.

 
 
Posted in Report | Comments Off on Resoconto manifestazione 30 ottobre – L’Aquila

Manifestazione a L’Aquila il 30 ottobre

 

/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:”Tabella normale”;
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-priority:99;
mso-style-qformat:yes;
mso-style-parent:””;
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:11.0pt;
font-family:”Calibri”,”sans-serif”;
mso-ascii-font-family:Calibri;
mso-ascii-theme-font:minor-latin;
mso-fareast-font-family:”Times New Roman”;
mso-fareast-theme-font:minor-fareast;
mso-hansi-font-family:Calibri;
mso-hansi-theme-font:minor-latin;
mso-bidi-font-family:”Times New Roman”;
mso-bidi-theme-font:minor-bidi;}

/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:”Tabella normale”;
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-priority:99;
mso-style-qformat:yes;
mso-style-parent:””;
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:11.0pt;
font-family:”Calibri”,”sans-serif”;
mso-ascii-font-family:Calibri;
mso-ascii-theme-font:minor-latin;
mso-fareast-font-family:”Times New Roman”;
mso-fareast-theme-font:minor-fareast;
mso-hansi-font-family:Calibri;
mso-hansi-theme-font:minor-latin;
mso-bidi-font-family:”Times New Roman”;
mso-bidi-theme-font:minor-bidi;}

CONTINUIAMO UNITI LA MOBILITAZIONE
CONTRO GLI ATTACCHI AI DIRITTI DEGLI STUDENTI E DEI LAVORATORI!

NON PASSERANNO!

 

Si può infilare a qualcuno un
coltello nel ventre, togliergli il pane, non guarirlo da una malattia, ficcarlo
in una casa inabitabile, massacrarlo di lavoro, spingerlo al suicidio, farlo
andare in guerra… Solo pochi di questi modi di uccidere sono proibiti.

Bertolt Brecht, Me-ti. Libro delle svolte

 

 

Il decreto Gelmini volto a
distruggere la scuola italiana è da ieri diventato legge. I
provvedimenti che colpiscono l’università lo erano già
da tempo. Le politiche del governo Berlusconi che proseguono,
peggiorandola, una linea iniziata dalla “riforma”
Zecchino-Berlinguer e dalla Moratti,
uccidono
l’università consegnandola in mano al profitto dei privati e
uccidono la scuola trasformandola in un’azienda in perenne
competizione
. Questi
provvedimenti creano istituti (e di conseguenza studenti) di “serie
A e di serie B”, cancellano l’università pubblica e
impongono tasse altissime: vogliono aumentare le disuguaglianze
sociali e di classe per fare dell’Italia un paese in cui possano
essere ancora più sfruttati il nostro lavoro e le nostre
esistenze, vogliono sottrarci possibilità e spazi vitali.

Nello stesso momento in cui
taglia 8miliardi€ alla scuola e 1,5miliardi€ all’università,
il nostro
“caro”
governo si impegna a sostenere banche, speculazioni finanziarie &
co., aumenta le spese militari: mentre aiuta i grandi poteri
economici toglie a tutti noi quel diritto elementare, conquistato con
le lotte di chi ci ha preceduto, che è l’accesso parificato
alla formazione. Alla nostra forte risposta che ha fatto nascere
mobilitazioni ovunque Berlusconi reagisce da “piccolo grande duce”,
promettendo repressione agli studenti.
Ancora
più determinati, ovunque abbiamo gridato lo stesso coro: noi
la crisi non la paghiamo!

Gli attacchi che colpiscono
il mondo dell’università e della scuola sono gli stessi che
colpiscono milioni di lavoratori.

Il governo e Confindustria attaccano il diritto di sciopero, la
contrattazione collettiva e i diritti di base, alimentano il fenomeno
dei morti sul lavoro, causato dai ritmi insostenibili dello
sfruttamento. Del resto con la favola del maestro unico come ritorno
ai “bei tempi antichi”, circa 90mila insegnanti perderanno il
posto. Nelle università l’accesso alla ricerca viene
bloccato ancora di più rispetto alla pessima situazione
attuale. A noi tutti vogliono riservare un futuro di precarietà,
vogliono tenerci nel costante ricatto della perdita del lavoro:
la
nostra precarietà è il loro profitto!

Con le manifestazioni e le
occupazioni che stanno finalmente riportando alla vita sociale tutto
il paese, stiamo dimostrando la nostra grande forza, stiamo iniziando
a costruire un futuro diverso! Non dobbiamo fermarci mai!
Gli
avvenimenti delle
mobilitazioni in Francia contro il CPE dimostrano che la lotta paga!

Iniziamo a chiedere
l’abrogazione delle leggi vergogna contro scuola e università,
vogliamo forti investimenti nel settore pubblico, i tagli vanno fatti
alle spese militari!

Partiamo dalla nostra unità per vincere, continuiamo le
mobilitazioni e coordiniamo le nostre lotte con quelle dei
lavoratori, precari e non!

Condividiamo le nostre
esperienze,
continuiamo
fuori e dentro le scuole e le università a confrontarci in
assemblee permanenti, la mobilitazione deve proseguire a oltranza

e
deve essere costruita
da tutte e tutti noi!

Siamo noi la politica e l’opposizione reale che vuole un mondo
migliore! Iniziamo a costruirlo!

 

 

SpazioLibero51

 

sl51@inventati.org

 

http://spaziolibero51.noblogs.org

 

 

Posted in Appuntamenti, Politica | Comments Off on Manifestazione a L’Aquila il 30 ottobre

Presidio studentesco – L’Aquila 28/10

Nonostante la pioggia battente, si è tenuto davanti il palazzo della
prefettura
dell’Aquila il presidio di protesta per l’abrogazione del DL 137/2008 e
dell’art.
64 della L. 133/2008. Presenti circa un centinaio di persone, tra studenti di
scuole superiori e universitari, precari e lavoratori della scuola, personale
ATA, pensionati. Con loro i COBAS Scuola, i militanti dello SpazioLibero51, gli
attivisti del Comitato Antirazzista. Tutti concordi nel manifestare il dissenso
nei confronti di provvedimenti che prevedono un taglio di 8 miliardi di euro
alla
scuola pubblica, l’ulteriore aumento del numero degli alunni per classe, la
riduzione delle ore di lezione per tutti gli ordini di scuola, l’accorpamento
di 2.500 istituti con meno di 500 alunni e la chiusura di 4.500 scuole con meno
di 50 alunni, lo smantellamento del tempo pieno, il funzionamento delle scuole
materne anche solo al mattino e con una sola insegnante, il taglio di 131.841
posti di docenti e ATA, la disoccupazione per altrettanti precari che lavorano
da decenni nella scuola. Nessun dubbio sul fatto che il maestro unico tuttologo
determinerà un netto peggioramento della qualità della scuola elementare;
che l’impostazione della riforma, caratterizzata dalla restaurazione
dell’ordine e da una falsa immagine di “serietà”, vuole far credere che
i
problemi della scuola e della società si possano risolvere tornando al
grembiulino, al voto numerico, alla bocciatura con il 5 in condotta, alle
classi
differenziate per alunni stranieri. L’assemblea esprime un netto rifiuto nei
confronti di qualsiasi ipotesi di
mediazione sul “maestro unico” e di contrattazione sui tagli, che
significano sempre ed in ogni caso la
riduzione della qualità e della quantità del servizio pubblico; in generale,
ritiene
che l’obiettivo di questa politica scolastica sia solamente un ulteriore
dequalificazione della scuola pubblica e il
potenziamento della scuola privata. Il sapere non si compra. Il lavoro
non è merce. La lotta continua.
 
http://spaziolibero51.noblogs.org
sl51@inventati.org
Posted in Report | Comments Off on Presidio studentesco – L’Aquila 28/10

Il movimento anarchico nel XX secolo/parte 3

 

 

 

Mercoledì 29 ottobre. Continua il ciclo di proiezioni dedicato al movimento anarchiconel XX secolo.

Terzo appuntamento con il documentario sulla rivoluzione spagnola del 1936

 

c/o SpazioLibero51

Via Minicuccio d’Ugolino, 3 – Piazza San Pietro – L’Aquila

ore 20.30

 

per info sl51@inventati.org

 

 

 

Posted in Appuntamenti | Comments Off on Il movimento anarchico nel XX secolo/parte 3

La fine del pescecane

 

assolo allegretto per corpo e voce

 

 

Teatro 51 presenta:

La fine del pescecane
assolo allegretto per corpo e voce

liberamente ispirato da l’opera di tre soldi di Beltrod Brecht

di Cristiana Alfonsetti

Giovedi 30 ottobre 2008
Teatro Celestino V, L’Aquila

http://spaziolibero51.noblogs.org
sl51@inventati.org 

 

Anni ’40.
Sulla scena di un interno di una casa estranea irrompe uno scrittore in
esilio, in mano ha i suoi fogli e la sua macchina da scrivere. Si
accomoda e inizia a raccontare una storia, una storia di dieci anni
prima, di prima della guerra. La storia che racconta è quella che lo ha
reso famoso prima di partire per l’esilio, L’opera da tre soldi, ma
non c’è nessuna nostalgia nel suo racconto, piuttosto attivismo e alla
fine nessun messo arriverà a cambiare le sorti del dramma, in quanto
tale.

Mackie
Messer, il bandito non sarà salvato dalla morte, dal teatro e invece
Polly, nelle sue vesti di donna scaltra e imprenditrice, uscirà dalla
finzione del racconto per dialogare con lo scrittore.

 

Posted in Appuntamenti | Comments Off on La fine del pescecane

Manifestazione studentesca, L’Aquila 23/10

L’enorme manifestazione degli studenti universitari, oltre 5000 parteciapanti, contro l’implicita privatizzazione dell’università pubblica voluta dal ministro "trecarte" Tremonti, Gelmini & co., ha risvegliato una città in cui il controllo mediatico si traduce troppo spesso in oppressione cosmico-esistenziale. La rabbia contro la repressione promessa da "Benito Berlusconi" era tanta, e di fronte all’ampia presenza delle forze dell’ordine il coro gridato con più forza è stato "chiediamo diritti, ci danno polizia, questa è la loro democrazia!". Grande è stato l’entusiasmo di trovarci finalmente uniti sfilando nelle vie del centro, ma occorre anche guardare oltre per costruire il nostro futuro.
Oltre a studenti e studentesse di tutte le facoltà dell’ateneo aquilano erano presenti molti lavoratori, precari e non, dell’università e della scuola, e tanta gente che ci ha incontrato per strada si è unita al corteo per manifestare contro l’oppressione padronale-sfascista del settore pubblico.
Ai gravi attacchi che subiamo rispondiamo costruendo coordinamenti di studenti e lavoratori, precari e non, continuando la mobilitazione permanente.
Prossima manifestazione a L’Aquila, giovedì 30 ottobre, p. fontana luminosa, ore 9.30.

Spazio Libero 51
via Minicuccio d’Ugolino 3 (piazza S.Pietro)

http://spaziolibero51.noblogs.org

sl51@inventati.org

Posted in Report | Comments Off on Manifestazione studentesca, L’Aquila 23/10

Non hanno capito-abiamo capito-forse solo io non capisco?

 
Per chi ieri era in piazza, per chi in questi giorni alza la testa: avanti così, compagn@, è tempo di riprovarci.  Ieri abbiamo vinto, al di là delle dichiarazioni arroganti, delle minacce, delle paure, al di là delle mille contraddizioni.
Ma qualcosa mi chiedo. Qualcosa dobbiamo chiedercela per provare a capire e non rifare gli stessi errori di sempre. Ieri, durante il corteo qualcuno ha gridato “fascisti carogne”, per un attimo mi sono chiesto che cosa c’entrasse, ma poi ho capito: l’antifascismo è la questione fondamentale, mi dispiace, Scalzone, altro che epifenomeno!
Flashback, dissolvenze e tanti ricordi che tornano alla mente. Solo ora riesco a riunirli nel filo rosso di quello slogan, gridato migliaia di volte contro un lungo e criminale percorso che dal fascismo nasce e al fascismo ci sta portando. Firenze 1990, la cultura non è merce, occupiamo per cento giorni l’ateneo, per riprenderci la storia e con essa il diritto a ribellarci.  1991, Kossiga minaccia e parla di gladio, sfiliamo in ricordo di Giorgiana contro il picconatore. 1991, inizia la guerra permanente, Bush padre invade l’Iraq, noi invadiamo Roma. Ci scontriamo per ore con la polizia: il Leoncavallo è il primo a partire, attaccano i blindati all’altezza del Colosseo, noi reggiamo la carica, riformiamo il corteo e proseguiamo verso San Giovanni, in un crescendo di rabbia. 1992, i confederati firmano l’accordo di luglio e danno il via alla precarietà, accogliamo Trentin a bullonate e poi li costringiamo a parlare dietro gli scudi di plexiglass. 1995,
Berlusconi vince le elezioni insieme ai fascisti,  non sembra possibile! Maledetti i porci che gli anno aperto la strada, maledetti i democristiani che per cinquant’anni si sono serviti dei fascisti per mettere le bombe e arricchire i padroni, maledetti gli ipocriti del pci, che hanno fatto finta di non sapere. Maledetto tu, Violante che hai legittimato i “Ragazzi di Salò”. Il 25 aprile siamo un milione a Milano, sotto la pioggia la rabbia è tanta, ma non succede nulla. Qualche mese dopo ci prepariamo ad accogliere degnamente Storace a Firenze. In 40 occupiamo giurisprudenza, passando una notte di paura e di violenza: i fascisti provocano in continuazione, li fronteggiamo da dietro i cassonetti, ma siamo pochissimi e non devono capirlo. Ne riusciamo a prendere qualcuno, che se la cava con troppo poco. L’alba arriva come un incubo, siamo divisi tra il timore di essere massacrati dalla polizia o dai fascisti. Ci incordoniamo serratissimi davanti al
portone, mano-spranga-mano, così occorrono meno persone per fare il servizio d’ordine, di fronte a noi le guardie. Dietro di loro le carogne che ci tirano i sassi. Dovremmo reggere per ore, finchè non si sarà svegliata la città e salterà la visita di Storace. Mi rivedo unico a volto scoperto, a contrattare con la digos, per guadagnare il tempo necessario. Finalmente cominciano ad arrivare decine di persone a nostro sostegno, possiamo uscire ed attraversare un quartiere che ci applaude. Poi altri ricordi: le case occupate, il centro sociale, le lotte contro la guerra umanitaria; e poi ancora Genova, il  terzo traforo, l’invasione dell’Afganistan e dell’Iraq e altro ancora, fino ad oggi.
Oggi mi è chiaro: quello che ho sempre combattuto, che abbiamo sempre combattuto, che altre generazioni prima di noi, meglio di noi, con più sangue e più coraggio, hanno combattuto, è il fascismo. Ed è sul fascismo che dobbiamo interrogarci. Ha ragione chi urla, dice di voler scappare, che tutto è una merda e che c’è solo da andare via? Non credo, il fascismo è una scoperta solo per chi fino ad oggi non ha visto (o non ha voluto vedere): botte ne abbiamo sempre prese e ne continueremo a prendere (di più?quante quante di più?). Ha ragione chi si crede alle porte di un nuovo autunno caldo e spera (si illude?) che il “movimento” possa fermare il dilagare del disastro che ci circonda? Ho i miei dubbi, siamo debolissimi da tutti i punti di vista, con intorno centinaia di cani pronti a sbranarci. Ha ragione chi, con giusto rigore, ricorda le colpe dei tanti infami e non ci sta a gettarsi in un calderone indifferenziato diventando uno strumento
nelle mani dei “soliti opportunisti” (ma poi, esistono ancora?!)? In parte sì, ma bisogna stare attenti perchè così si rischia di non capire la drammatica specificità di questo momento (ma è poi questo un momento “particolarmente” drammatico o è parte di un dramma senza fine?), che forse richiede “unità” (unità, ma su cosa? la storia fallimentare dei fronti popolari dovrebbe pur insegnare qualcosa). Davvero non ho risposte! Credo solamente che per vivere degnamente bisogna essere liberi, conquistandoci le cose di giorno in giorno, senza mai chinare la testa, senza mai rimandare, che è tempo perso e si ha una sola esistenza.

 

Posted in Opinioni | Comments Off on Non hanno capito-abiamo capito-forse solo io non capisco?

Corruzione di Stato – condanna al precariato

La stagione politica regionale rischia di chiudersi nel peggiore dei modi per centinaia e centinaia di precari della regione Abruzzo: sono tutti a rischio licenziamento.
Si tratta di uomini e donne che lavorano da anni in tutti i settori della regione ed il loro licenziamento porterà, inevitabilmente, al blocco di gran parte delle attività essenziali necessarie al corretto funzionamento della macchina amministrativa.
È questa una condizione che deve essere superata: la nostra precarietà è il loro profitto. È questa un ulteriore riprova, semmai ce ne fosse stato bisogno, che il precariato non è una fase transitoria, ma una condizione ormai di massa che attraversa tutte le fasce d’età e tutti i settori occupazionali.

 
 

la lotta dei precari è la lotta di tutti

 
 

È importante riportare all’attenzione di tutti i cittadini quello che è il vero problema del precariato, di chi lo subisce, di chi ci guadagna, soprattutto ora, alla luce dei problemi in cui versa l’Abruzzo a seguito della caduta del governo regionale.
 

 

se li votate ve li tenete

 
 

È necessario ora, a pochi giorni delle elezioni, respingere con forza tutti i ricatti politici, di cui i soggetti precari sono quotidianamente vittime, e intensificare la mobilitazione generale, estendendola a tutti i settori sociali e lavorativi; è necessario il coordinamento tra tutti lavoratori (precari e non), studenti e pensionati nel sostenere una piattaforma di lotta condivisa per:
 
l’eliminazione della precarietà del lavoro e della vita – la stabilizzazione di tutti i precari
forti aumenti generalizzati per salari e pensioni, introduzione di un meccanismo automatico di adeguamento salariale legato agli aumenti dei prezzi e difesa della pensione pubblica – rilancio del ruolo del contratto nazionale come strumento di redistribuzione del reddito – difesa e potenziamento dei servizi pubblici, dei beni comuni, del diritto a prestazioni sanitarie, del diritto alla casa e all’istruzione
abolizione delle leggi Treu e 30 – continuità del reddito e lotta alla precarietà lavorativa e sociale, con forme di reddito legate al diritto alla casa, allo studio, alla formazione e alla mobilità
sicurezza nei luoghi di lavoro e sanzioni penali per chi provoca infortuni gravi o mortali
restituire ai lavoratori il diritto di decidere: no alla pretesa padronale di scegliere le organizzazioni con cui trattare – pari diritti per tutte le organizzazioni dei lavoratori – difesa del diritto di sciopero

coordinamentoPrecarioAQ
SpazioLibero51

 

Posted in Opinioni | Comments Off on Corruzione di Stato – condanna al precariato

lo stato della mafia – la mafia dello stato

 
ABRUZZO 2000-2008
 
dentro la sanità: le conseguenze sulle persone

– ASSEMBLEA PUBBLICA –
 

lunedì 20 ottobre 2008 ore 17.30
 


Per una vera opposizione a tutti quei comitati d’affari intenzionati a distruggere un’idea di salute rispondente al benessere fisico, psichico, emotivo e sociale della persona; intenzionati solo a mercificare la salute e il benessere, un diritto che dovrebbe essere pubblico, universale, umano, a misura d’uomo e di donna, rispettoso del fabbisogno di cure dell’intera collettività.
Perché le strutture sanitarie, così come tutti i servizi sociali, devono essere gestite e controllate direttamente dai lavoratori stessi e dai cittadini che vivono sul territorio; perché tra questi, gli utenti, e la collettività deve essere sempre vivo l’interesse sulla qualità delle prestazioni erogate.
Perché l’accesso ai sistemi socio-sanitari deve avere carattere universale, per tutta la popolazione, senza distinzione di reddito o di cittadinanza; deve essere gratuito, improntato non sulla logica del profitto, ma su quella della solidarietà collettiva; generalizzato ed esaustivo di tutto il fabbisogno della collettività, dalla prevenzione negli ambienti di vita e di lavoro alla cura e riabilitazione; deve essere umano, rispettoso della dignità e del benessere fisico, psichico e emotivo degli utenti e dei lavoratori.
 
 

interverranno medici e lavoratori delle strutture socio-sanitarie abruzzesi

 

Scegliamo la partecipazione contro l’autoritarismo, la solidarietà contro l’isolamento, la cooperazione alla competizione, il mutuo appoggio al libero mercato.
Le mobilitazioni e le azioni in difesa di tutti i settori della vita pubblica, il sostegno all’autonomia organizzativa dei gruppi in ogni area della vita sociale, il supporto all’auto-organizzazione nelle lotte, sono strade da percorrere, perché portano inevitabilmente alla creazione di reti in grado di dare una nuova direzione all’organizzazione e alla gestione della vita sociale.
Se la società è una vasta rete di connessioni di lavoro cooperativo, allora questa rete di cooperazione può essere il punto di partenza, anche solo un punto di partenza per spezzare i vincoli della coercizione, dell’autoritarismo e dello sfruttamento. È in questa rete di lavoro cooperativo, che contempla milioni di azioni quotidiane, che si trovano le basi reali della vita sociale.

 

c/o SpazioLibero51

Via Minicuccio d’Ugolino, 3 – Piazza San Pietro – L’Aquila

sl51@inventati.org

 

Posted in Appuntamenti | Comments Off on lo stato della mafia – la mafia dello stato

Inizia il percorso del collettivo teatro51

Teatro51 Presenta

Presso il Teatro Celestino V in Via Celestino V L’aquila

 

 

16 ottobre ore 21:30 Wobblies!Joe Hill, Uno di Loro. " a cura di Teatri oFFesi.

"Wobblies", a partire dagli ultimi momenti della vita di Joe Hill, ne narra a ritroso gli avvenimenti più importanti. Joe Hill emigrò in America dalla Svezia nel 1902. Lavorò ovunque e facendo qualsiasi mestiere come il minatore, lo spaccalegna, lo scaricatore di porto. Per spostarsi divenne uno hobo, viaggiando sui treni merci e vivendo in mille posti, dove lo portava il lavoro. Si iscrisse agli IWW (Industrial Workers of the World, i celebri Wobblies) circa nel 1910. Scrisse canzoni ispirate alle esperienze dei lavoratori del suo tempo che, pubblicate nell’ IWW Little Red Songbook, divennero ben presto famosissime nel mondo intero. Joe Hill nel 1914 fu accusato dell’omicidio di un negoziante di Salt Lake City, John A. Morrison e processato solo su base indiziaria. Fu condannato a morte e ne conseguì una battaglia internazionale per impedire la sua esecuzione da parte dello stato dello Utah. La condanna a morte lo raggiunse presso la Prigione di Stato dello Utah a Sugar House, il 19 novembre 1915.

 

30 Ottobre ore 21:30 La Fine del Pescecane. Assolo Allegretto. Di e con Cristiana Alfonsetti

Liberamente ispirato a L’opera da tre soldi di Bertold Brecht

Anni ’40. Sulla scena di un interno di una casa estranea irrompe uno scrittore in esilio, in mano ha i suoi fogli e la sua macchina da scrivere. Si accomoda e inizia a raccontare una storia, una storia di dieci anni prima, di prima della guerra. La storia che racconta è quella che lo ha reso famoso prima di partire per l’esilio, L’opera da tre soldi, ma non c’è nessuna nostalgia nel suo racconto, piuttosto attivismo e alla fine nessun messo arriverà a cambiare le sorti del dramma, in quanto tale.

Mackie Messer, il bandito non sarà salvato dalla morte, dal teatro e invece Polly, nelle sue vesti di donna scaltra e imprenditrice, uscirà dalla finzione del racconto per dialogare con lo scrittore.

 

Ingresso 3 euro

 

sl51@inventati.org

 

Posted in Appuntamenti | Comments Off on Inizia il percorso del collettivo teatro51