Presentazione libro “Nucleare: se lo conosci lo eviti”

Giovedì 26 marzo 2009

ore 1830

Presentazione libro

Nucleare: se lo conosci lo eviti

con l’autore Marco Bersani (consiglio nazionale ATTAC)

c/o SpazioLibero51

Via Minicuccio d’Ugolino, 3

zona Piazza San Pietro

L’Aquila

http://spaziolibero51.noblogs.org

sl51@inventati.org

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Stati Uniti: la crisi del 29

 

Rassegna cinematografica al 51

 

 

 


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Incontro NoVAT

 

 

Incontro dibattito con Elena Biagini

Coordinamento Facciamo Breccia

 

Martedì 10 febbraio 2009

ore 19:30

 

c/o SpazioLibero51

Via Minicuccio d’Ugolino, 3

Piazza San Pietro – L’Aquila

 

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sl51@inventati.org

 

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Gaza, non lasciamola sola

 

STOP IMMEDIATO DEI BOMBARDAMENTI E DELL’EMBARGO CONTRO GAZA.  BASTA CON L’OCCUPAZIONE ISRAELIANA DEI TERRITORI PALESTINESI

Continua
in questi giorni il massacro del popolo palestinese da parte dello
Stato d’Israele, i cui raid hanno già provocato centinaia di morti e
migliaia di feriti, oltre a distruggere decine di case, ospedali,
scuole e moschee. Questa azione militare è solo l’ultima dimostrazione
della sistematica "pulizia etnica" che da decenni viene portata avanti
da Israele. La quasi totalità dell’informazione, nazionale ed
internazionale, cerca di accreditare la versione israeliana di un
"attacco difensivo" contro un "gruppo terrorista" che ha violato la
tregua e continua a lanciare missili contro il territorio israeliano.
Non fa invece alcun riferimento al fatto che la Striscia di Gaza è
isolata da quasi venti anni, e che da oltre due anni subisce un embargo
che ha distrutto l’economia palestinese e portato quasi alla fame la
popolazione; dimentica inoltre che Israele ha ripetutamente disatteso
centinaia di risoluzioni di condanna internazionali, procedendo invece
ad occupare sempre nuovi territori e ad isolare e frazionare,
attraverso l’innalzamento di un Muro, la comunità palestinese.

Anche i missili lanciati da Hamas contro il territorio israeliano
colpiscono prevalentemente la popolazione civile; qualunque azione
violenta condotta contro le popolazioni civili dev’essere condannata.
Come dev’essere condannata l’ipocrisia di tutti coloro che vogliono
mettere sullo stesso piano la violenza di uno stato occupante, con la
complicità degli USA e di quella pseudo comunità internazionale che ha
consentito per sessanta anni il perpetuarsi dell’occupazione dei
territori palestinesi, con la violenza di coloro che intendono
liberarsi dallo Stato di Israele.

Disapproviamo completamente l’azione del Governo italiano e
dell’opposizione di centrosinistra, caratterizzate entrambe dalla
totale assenza di una netta e forte condanna delle azioni militari
israeliane.

Lavoriamo per costruire mobilitazioni e manifestazioni di
solidarietà con la popolazione palestinese, vittima dell’occupazione
israeliana e relegata in aree che assomigliano sempre più a quei lager
che nessuno può aver dimenticato.

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Festa di autofinanziamento – 18/12/08

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Venerdì 12 Dicembre: Tributo a Fabrizio De Andrè

 

 

 

 

“Le mie onde regolate su un’assenza”

Carlo Ghirardato (chitarra e voce)
interpreta
Fabrizio De André (1940-1999)
 
 

“Le mie onde regolate su un’assenza” è un recital nudamente tenuto da una chitarra e soprattutto da una voce. La mia voce come espressione di una vita, che “dopo tanto sbandare”… e proprio in virtù di questo mio lungo sbandare, assapora oggi in piena consapevolezza un dono. Il dono è la forza evocativa di Fabrizio De André poeta aedo cantore di un’intera società per almeno quattro decenni: dagli anni’60 ad oggi. Numerosi tra noi sono cresciuti sul suo canzoniere, e grazie ad esso sin dalla più tenera età, abbiamo imparato ad attribuire valore alla parola. Sappiamo bene, a dispetto di ogni pervasivo strombazzamento attuale, di essere gli eredi di una tradizione omerica. Fabrizio nel riaccostare la poesia alla musica ha sanato un’antica ferita, una perniciosa scissione. Grande la sua maestria. Persino la velocità di smaltimento, a cui oggigiorno è destinata ogni proposta artistica, non intacca la sua opera che ha invece acquisito lo status di un classico. Le sue canzoni, piene di senso e pertanto vitali, sono altamente degne di essere riproposte…naturalmente a regola d’arte. Come un atto d’amore per un pubblico attento, che sa bene quanto il versificare di Fabrizio sia stato da lui lungamente soppesato, proprio al fine di non far confusione. In qualità d’interprete non posso chiamarmi fuori dal mandare le sue liriche a memoria, salendo sul palco senza spartiti né testi: come se fossi cieco. Come se fossi, e di fatto lo sono, un libero trasmettitore di suoni e parole che hanno saputo raccontare anche il nostro presente…”e poi il futuro”.

Carlo Ghirardato

 
 
sl51@inventati.org
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Sangue dal Naso, Scuola Diaz – Genova 2001

Teatro 51

Giovedi 4 Dicembre Ore 21:30

Teatro Celestino V, Via Celstino V, L’aquila

 
 

Dopo la recente sentenza che assolve i vertici responsabili dei massacri di Genova, Spazio Libero 51, Teatro 51, con la collaborazione di Teatri-Offesi, propone lo spettacolo "Sangue dal Naso" della compagnia "condizioni avverse" (http://condizioniavverse.org/).

 
IL TESTO


Lo spettacolo non ha un vero e proprio testo. Gli attori seguono uno schema e degli appunti.  L’attore  che  deve  interpretare  il  monologo  fa  riferimento  alla sua memoria visiva per far vedere allo spettatore quello che lui stesso  sta  vedendo  (e  non  ricordando,  come  se  avesse lavorato  su  un  copione  con  tutte  le  battute  scritte).  Questo avviene per coinvolgere maggiormente lo spettatore.

IL TEMPO
 
 
La narrazione dei fatti parte da lunedi 16 luglio 2001 e termina domenica 22 luglio 2001, con particolare attenzione alle giornate di venerdi e sabato.
Lo  spettacolo  viene  continuamente  aggiornato  e  segue  gli  sviluppi  delle  indagini,  delle perizie e dei processi.

 
PERSONAGGI E ATTORI

Andrea  Maurizi  veste  i  panni  di  numerosi  personaggi  che sono  stati  protagonisti  di  quelle  giornate  del  luglio  2001  a Genova.
I personaggi scelti sono soprattutto figure legate al potere, al mantenimento dell’ordine e alle perizie.
Senza  giudicarli  mostra  le  loro  idee  e  le  loro  convinzioni, mettendole  a  confronto  e  svelandone  le  contraddizioni  e  i misteri  trovando  sempre  una  giustificazione  plausibile  a  tutto,  fino  al  punto  di  essere comico agli occhi degli spettatori.
La  narrazione  si  intreccia  ai  ricordi  personali  dell’attore  stesso  e  al  percorso  che  l’ha spinto a creare questo spettacolo.
Simone Moraldi, insieme a una ragazza muta, sempre presenti in scena senza parlare mai, rappresentano con  il loro mutismo e  i  loro  logori vestiti da clown  il  tentativo delle persone, che a Genova  hanno  subito  delle  violenze,  di  essere  ascoltate  e credute dall’opinione pubblica. L’unico modo che hanno di farsi sentire  è  quello  di  cantare  o  di  mettere  della  musica  in  un vecchio stereo.
Si ha quindi un forte contrasto nella differente capacità comunicativa dei due personaggi nei confronti del pubblico.

Lo spettacolo vuole svelare le differenze tra quello che la gente comune sa e quello che le  vittime  delle  violenze  raccontano,  usando  paradossalmente  solo  le  parole contraddittorie del potere e i ragionamenti dell’attore stesso. Non siamo gli scopritori della verità su Genova, ma vogliamo mettere  lo spettatore nella condizione di chiedersi: "che cosa è falso di quel che mi hanno detto?".
Per  facilitare gli spettatori, ogni persona di cui si parla all’interno dello spettacolo ha un pelouche che lo rappresenta.


 
MUSICHE

 
Le musiche usate sono di De Andrè, di Capossela e di De Gregori. Vengono  utilizzate  anche  registrazioni  di  Radio  GAP  e  Radio Popolare.
 
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I burattini del potere

 

 

 

Il 29
ottobre del 2008, a Piazza Navona, i servi neofascisti del potere di
turno hanno cercato di strumentalizzare in senso violento l’onda
studentesca che non spegne la sua voce. Piazza Navona è stato solo
l’ultimo frangente di un’azione iniziativa fin dall’inizio della
manifestazione, e anche dai giorni precedenti. Il dossier spiega come
sono andati veramente i fatti, perchè si è arrivati alloscontro fisico
a Piazza Navona, e cerca di gettare luce su fatti che lo Stato e la
polizia hanno addebitato ai studenti dei collettivi.

 

Scarica il dossier

Scarica il video

 

 

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Dossier sulla 133

 

Da qui è possibile scaricare un dossier sulla 133 fatto dal Paolo Carmignani occupato di Pisa.

Scaricate, leggete e diffondete.

 

La lotta continua

 

 

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4 NOVEMBRE: FESTA DEGLI ASSASSINI

 

L’Italia è in guerra. Truppe tricolori combattono in Afganistan. Lo chiamano
“peace keeping”: suona meglio e mette la coscienza a posto. Ma, là, in
Afganistan, ogni giorno bombardano, uccidono, imprigionano, torturano. Sette
anni di guerra e la chiamano pace. Un massacro senza fine.
Ma che importa?
Gli affari dei petrolieri e dei fabbricanti di armivanno a gonfie vele. In
occasione del 4 novembre, festa della “vittoria” in quell’immane
carneficina nazionalista che fu la prima guerra mondiale, La Russa invia i
militari nelle scuole per una bella lezione di propaganda bellica: l’esercito
ha bisogno di volontari. Ma che cosa sia stata quella guerra ce lo dicono i
numeri. Morti: 50.000 civili e 680.000 mila soldati. Prigionieri e dispersi:
600.000. Feriti e mutilati: 950.000. Disertori e renitenti: 370.000 denunce,
350.000 i processi con 220.000 condanne detentive. Condannati a morte: 729.
Fucilazioni sommarie e decimazioni: 2.000, cui sommare i 5.000 fucilati durante
la disfatta di Caporetto.
Questa storia, quella dei disertori e dei ribelli, è quella che noi
ricordardiamo, quella che in questo 2008 di guerra può dare il migliore
“insegnamento” a tutti.
In Afganistan ci sono 2.600 soldati italiani: questo orrore costa a tutti noi
milioni di euro, sottratti a scuola, trasporti, sanità, tutela del territorio.
La spesa di guerra comprende il mantenimento di basi, caserme, aeroporti ed un
buon numero di ben addestrati assassini di professione. I governi di destra e
quelli di sinistra hanno fatto a gara nel finanziare le imprese belliche. A
Vicenza vogliono fare la più grande base militare USA d’Europa; a Novara
vogliono costruire uno stabilimento per l’assemblaggio dei nuovi bombardieri
F35, giocattolini da 150 milioni di euro l’uno. L’esercito è anche nelle
nostre strade. Nel mirino ci sono i poveri, gli immigrati, i rom, i senza casa,
chi si ribella alla devastazione del territorio ed al saccheggio delle risorse.
Lo Stato militarizza il territorio e tratta da delinquenti quelli che si
ribellano.
È la guerra.
La guerra interna: anche questa serve alla pace, la pace sociale. Guerra
interna e guerra esterna sono due facce della stessa medaglia: quella del potere
che perpetua se stesso ad ogni costo, quella del capitalismo che macina vite,
risorse e futuro della più parte di noi.
Opporsi alla guerra senza opporsi al militarismo, senza opporsi all’esistenza
stessa degli eserciti, vere organizzazioni criminali legali, è mera
testimonianza. Fermare la guerra, incepparne i meccanismi è un’urgenza che
non possiamo eludere. A partire da noi, dal territorio in cui viviamo, dove ci
sono caserme, aeroporti, scuole militari, fabbriche d’armi.
Contro tutte le guerre, contro tutti gli eserciti.

SpazioLibero51

 

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