Teatro 51
Giovedi 4 Dicembre Ore 21:30
Teatro Celestino V, Via Celstino V, L’aquila
IL TESTO
Lo spettacolo non ha un vero e proprio testo. Gli attori seguono uno schema e degli appunti. L’attore che deve interpretare il monologo fa riferimento alla sua memoria visiva per far vedere allo spettatore quello che lui stesso sta vedendo (e non ricordando, come se avesse lavorato su un copione con tutte le battute scritte). Questo avviene per coinvolgere maggiormente lo spettatore.
IL TEMPO
Lo spettacolo viene continuamente aggiornato e segue gli sviluppi delle indagini, delle perizie e dei processi.
PERSONAGGI E ATTORI
Andrea Maurizi veste i panni di numerosi personaggi che sono stati protagonisti di quelle giornate del luglio 2001 a Genova.
I personaggi scelti sono soprattutto figure legate al potere, al mantenimento dell’ordine e alle perizie.
Senza giudicarli mostra le loro idee e le loro convinzioni, mettendole a confronto e svelandone le contraddizioni e i misteri trovando sempre una giustificazione plausibile a tutto, fino al punto di essere comico agli occhi degli spettatori.
La narrazione si intreccia ai ricordi personali dell’attore stesso e al percorso che l’ha spinto a creare questo spettacolo.
Simone Moraldi, insieme a una ragazza muta, sempre presenti in scena senza parlare mai, rappresentano con il loro mutismo e i loro logori vestiti da clown il tentativo delle persone, che a Genova hanno subito delle violenze, di essere ascoltate e credute dall’opinione pubblica. L’unico modo che hanno di farsi sentire è quello di cantare o di mettere della musica in un vecchio stereo.
Si ha quindi un forte contrasto nella differente capacità comunicativa dei due personaggi nei confronti del pubblico.
Lo spettacolo vuole svelare le differenze tra quello che la gente comune sa e quello che le vittime delle violenze raccontano, usando paradossalmente solo le parole contraddittorie del potere e i ragionamenti dell’attore stesso. Non siamo gli scopritori della verità su Genova, ma vogliamo mettere lo spettatore nella condizione di chiedersi: "che cosa è falso di quel che mi hanno detto?".
Per facilitare gli spettatori, ogni persona di cui si parla all’interno dello spettacolo ha un pelouche che lo rappresenta.
MUSICHE